mercoledì 13 giugno 2012

Una bella Resistenza

Lucca 7 giugno 2012, ore 8.45, i primi arrivi sono visibilmente condizionati dalle ore piccole fatte la sera prima con gli amici. Tanto domani andiamo in gita...Ricordi più o meno lontani quelli dell'ultima gita fatta con la scuola. Non c'è il preside, non ci sono i professori, o perlomeno quelli che interrogano, c'è però tanta voglia di stare insieme. Le battute si sprecano e il clima è quello giusto (a parte l'aria condizionata...).
Il tragitto è breve ma le ultime curve mettono a dura prova autista e stomaci..
Finalmente siamo arrivati.
Ad attenderci ci sono Giulia, la nostra guida, un bel giardino e un buon caffè. Non sappiamo ancora cosa ci sia dentro a quel semplice edificio che pian piano attira la nostra curiosità. 
Entriamo piano, in silenzio, come si fa nelle case degli altri, ma la prima impressione è subito diversa da quella di un museo tradizionale.
Gli uomini e le donne che compaiono sugli schermi hanno i volti delle nostre mamme, dei nostri padri, dei nostri nonni. Sono semplici, istintivi, alcuni più colti, altri meno, alcuni esperti nel parlare, altri incerti ma tutti veri. Uno dei periodi più bui della storia contemporanea ci passa davanti come fosse un romanzo in cui ogni personaggio recita il proprio ruolo. E' questa la forza della narrazione. Quella di tenerti attaccato alle parole, ai significati, alle espressioni, agli sguardi, ai silenzi. 
Poi all'uscita i primi commenti, le prime riflessioni, le prime valutazioni.
Sicuramente siamo usciti più stanchi ma anche più informati. Un museo così ti fa riflettere non ti abbandona subito al tuo destino. Te lo porti dentro per un po'.
Si riparte per Lucca, lo spirito ora è alto. Siamo contenti di quello che abbiamo visto. Di averlo visto insieme. Le battute accompagnano i tornanti veloci dell'autista. Ci si conosce sempre meglio, si prova il piacere di stare insieme, di parlare fuori dagli schemi rigidi dell'aula. Siamo contenti di averla fatta. Di essere andati in gita. Ci è servito per imparare quello che potremmo progettare nella nostra vita professionale, ma ci è servito anche  stare insieme e per starci bene.

Maurizio

2 commenti:

  1. Peccato non essere potuto venire.... dalle foto sembra proprio un museo "atipico" e mi stuzzica parecchio ^_^

    Giuseppe F.

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    Risposte
    1. E' proprio vero: il museo, nella sua apparente semplicità, è molto interessante ed efficace. Ma non poteva che essere così.
      Resteresti ad ore nel buio ad ascoltare quelle voci e ad osservare quei volti.
      Tutto ciò ci riguarda molto più da vicino di quanto possiamo pensare ed è vero che in quelle rughe è segnata anche la nostra vita e quella dei nostri figli.
      Anna

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